02 ottobre 2024
Crisi Tupperware: una possibile via di uscita
La notizia della procedura di fallimento da parte di Tupperware, la multinazionale americana produttrice dei famosi barattoli di polietilene per la conservazione degli alimenti, ha sollevato interrogativi sulla correttezza delle strategie di marketing e PR adottate nella vendita diretta.
Tupperware ha fatto ricorso al Chapter11, capitolo che, secondo la legge fallimentare americana, non prevede la liquidazione ma una riorganizzazione a 360° della società per ripristinarne la solvibilità. Ma perché la multinazionale statunitense è sull’orlo del fallimento? Questi i principali motivi.
vendita esclusivamente a domicilio
i Tupperware Party, nati in USA negli anni Cinquanta e simbolo di emancipazione economica per le casalinghe che diventavano imprenditrici grazie alla vendita diretta, rappresentano ormai una modalità di vendita e di PR obsoleta, non più al passo con le esigenze dei consumatori moderni.
aumento del costo dei materiali
la pandemia e le crisi geopolitiche successive hanno causato un forte aumento del costo delle materie prime, che hanno impattato fortemente sui conti.
cambiamento delle abitudini alimentari
la lunga crisi di Tupperware si era brevemente interrotta durante i lockdown, quando la gente aveva riscoperto il piacere di cucinare a casa; post Covid, però, la consegna del cibo a domicilio non si è fermata, al contrario, è aumentata esponenzialmente.
Questa nuova modalità di consumo ha causato:
un minore bisogno di conservazione dei cibi
le persone dedicano meno tempo alla loro preparazione, di conseguenza non hanno bisogno di acquistare i contenitori Tupperware per conservarli in frigo.
la concorrenza delle piattaforme di delivery
i giganti della gig economy utilizzano contenitori di plastica monouso, dimostrando scarsa attenzione nei confronti della salvaguardia dell’ambiente (come riporta greenme.it, solo in Europa si producono ogni anno 2 miliardi di imballaggi monouso per il cibo che, dopo solo 60 minuti di utilizzo medio finiscono nella spazzatura, rappresentando una tra le principali cause di inquinamento). Nonostante il loro impatto ambientale negativo, però, questi contenitori usa e getta rappresentano, al momento, l’unica soluzione pratica per i colossi del delivery.
l’assenza del prodotto nei grandi magazzini
l’azienda ha deciso solo nel 2022 di essere presente negli store Target, i grandi magazzini più importanti degli Stati Uniti, una mossa decisamente tardiva per sfruttare appieno questa opportunità.
accordi commerciali con catene della GDO, piattaforme di delivery e grandi magazzini
per non soccombere definitivamente, la multinazionale made in USA dovrà stabilire partnership commerciali con le catene della GDO e con i giganti del delivery. Questi accordi potrebbero spingere i clienti a restituire i contenitori usati nel punto vendita o in un punto di ritiro. Entro un breve periodo dopo la consumazione, le aziende partner potrebbero procedere alla loro sanificazione per un nuovo utilizzo. Inoltre, non possono mancare all’appello altre partnership con i canali dedicati alle televendite e con le più importanti catene di grandi magazzini, non solo negli Stati Uniti, ma anche nella vecchia Europa, rendendo i prodotti più accessibili al pubblico senza la necessità di un venditore a domicilio.
le pr e lo storytelling
in un contesto come quello attuale, in cui la fidelizzazione del cliente è una sfida costante, l’approccio tradizionale della vendita diretta di un prodotto di alta qualità non è sufficiente. Un prodotto durevole, per quanto eccellente, non incentiva il consumatore a continui acquisti, poiché la sua lunga vita riduce la necessità di sostituzione. Pertanto, l’obiettivo di una strategia di PR efficace deve spostarsi dall’idea di promuovere semplicemente la qualità e non la longevità del prodotto con una narrazione più articolata, in grado di creare un valore aggiunto costante per l’utente.
L’azienda potrebbe concentrarsi sul rafforzamento del brand, facendo leva sulla figura di Earl Tupper e sulla sua capacità di innovazione, che non si limita alla durabilità del contenitore, ma che comprende anche la sua attenzione all’ambiente. È fondamentale che la comunicazione non si soffermi solo sull’aspetto tecnico del prodotto, ma che evidenzi l’impegno verso la sostenibilità, ponendo l’accento su come l’utilizzo di materiali di qualità superiore possa contribuire a ridurre l’impatto ambientale.
Una campagna di PR orientata alla sensibilizzazione dei consumatori verso scelte più consapevoli, e supportata da esperti del settore e attivisti ambientali, può spingere l’azienda a posizionarsi come leader non solo per la qualità del prodotto, ma anche per i suoi valori etici. Così facendo, si crea una narrazione capace di far sentire il consumatore parte di un movimento più ampio, in cui ogni acquisto rappresenta un gesto responsabile verso il futuro, senza dover sacrificare la qualità o la performance del prodotto.
Dopo aver letto questo articolo, ti starai chiedendo se le direttrici strategiche della tua impresa siano ben coordinate con una campagna di PR. Senza le PR, infatti, un qualsiasi prodotto passerebbe inosservato.
Se anche la tua azienda desidera massimizzare la visibilità e gli investimenti con un'ampia esposizione mediatica, una strategia di PR ben definita è un primo passo fondamentale.
La buona notizia? Non devi farlo da solo.
Oggi hai l'opportunità di accedere alla nostra Consulenza Strategica di PR in maniera completamente gratuita. Per farlo, la prima cosa che devi fare è cliccare qui e compilare il questionario.
Questo ci permetterà di capire cosa fai, come rendere notiziabile la tua azienda e i tuoi prodotti e se possiamo aiutarti.
Normalmente, la Consulenza Strategica ha un prezzo di 297€, ma per te, iscritto alla mia newsletter, è gratuita. Assicurati di agire rapidamente poiché il numero di consulenze gratuite settimanali è limitato.
A presto,
Francesca Caon